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Il panettone

Panettone

Il panettone

La storia del panettone

La nascita del panettone è fonte di diverse storie e leggende, dal fornaio Toni e Adalgisa a suor Ughetta, in innumerevoli varianti. Esiste anche una versione documentata e storicamente attendibile della sua nascita, ma quello che ci preme evidenziare è che tutti questi racconti riportano a Milano, confermando il panettone come uno dei simboli più importanti di questa città. Per questa ragione è stato scelto come emblema del Premio alla Virtù Civica.

Molti personaggi illustri hanno ricordato il panettone nei loro scritti. Per non far torto a nessuno, ci limiteremo a quanto succedeva nell'illustre casa meneghina di Alessandro Manzoni. Scriveva per ringraziamento, nel 1871, il famoso scrittore: «Al forno delle Grucce, ricco ormai di fama propria e non bisognoso di fasti genealogici, Alessandro Manzoni – solleticato voluttuosamente con vario e squisito saggio nella gola e nella vanità – presenta i più vivi ringraziamenti per il panettone con contorno».
E la moglie, Teresa Stampa Manzoni, non era da meno. Abituale consumatrice di panettone a colazione, la donna lo citava spesso nelle lettere al figlio Stefano, arrivando perfino a inventarsi il verbo "panatonare" per indicare l'atto di mangiare il panettone: «Di solito, sono appena levata ‑ avendo bene dormito ‑ bene panatonato ‑ ...».

Oggi questo dolce - conosciuto ed esportato in tutto il mondo e non più relegato al solo periodo natalizio - è protetto da un Decreto Ministeriale che ne stabilisce forma, ingredienti e metodi di fabbricazione. Ogni fabbricante e pasticciere, pur osservando queste direttive, adotta però delle personali varianti alla ricetta, per renderlo un prodotto unico e invogliante per tutti i palati.

A maggior tutela, la Camera di Commercio di Milano ha provveduto a registrare il marchio Panettone Tipico della Tradizione Artigiana Milanese, che identifica i dolci realizzati seguendo il preciso disciplinare fedele alla tradizione meneghina.

San Biagio

San Biagio era un medico e vescovo vissuto nel III secolo. Viene invocato per la guarigione delle malattie della gola. Si racconta, infatti, che un giorno corse da lui una madre disperata: il figlio aveva mangiato del pesce e una lisca gli si era conficcata in gola. Il giovane stava soffocando. Biagio si precipitò al suo capezzale, prese un pezzo di pane e lo fece inghiottire al ragazzo. La mollica portò con sé la lisca e il figlio della disperata donna riprese a respirare normalmente.

Fin qui la storia. Ma qual è il rapporto tra San Biagio e Milano? Tralasciando gli aspetti religiosi e di devozione, nella città meneghina è usanza mangiare insieme in famiglia un panettone, per preservarsi dai mal di gola per tutto l'anno. Questo accade in occasione della festività di San Biagio (3 febbraio).
A dir il vero, la tradizione vorrebbe che venisse mangiato del panettone avanzato dalle feste natalizie, anche se ormai pochi lo conservano e talvolta è consuetudine acquistare i cosiddetti "panettoni di san Biagio", gli ultimi rimasti dal periodo festivo, che alcuni negozianti vendono a basso prezzo.

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